Perché avevo predetto la caduta dell'Inter. Ma assurdo il linciaggio su Inzaghi. Perché è un fatto di testa

Perché avevo predetto la caduta dell'Inter. Ma assurdo il linciaggio su Inzaghi. Perché è un fatto di testaTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 21 marzo 2022, 16:55Editoriale
di Tancredi Palmeri

Non è tanto il dato dei 7 punti in 7 partite. L’Inter avrebbe dovuto rallentare giocoforza, tanto aveva raccolto prima. A pesare sono soprattutto i punti persi con Genoa, Fiorentina e in parte Sassuolo. Con quelli, l’Inter sarebbe alla pari con una partita in meno.

Ma non è nemmeno quello il problema.

Il problema è che nelle ultime 3 giornate l’Inter sistematicamente ha sbagliato partita: Genoa, Torino e Fiorentina, dove poteva concedersi solo un pareggio, e in tutte e tre le volte ha dovuto avere paura per risvegliarsi. E’ ovvio che così non basta l’Inter per lo scudetto: e intendiamoci, non sarebbe bastata nemmeno se avesse trovato il gol nel finale contro Genoa e Fiorentina, perché è soprattutto la determinazione che le è mancata in due partite in cui non c’erano scusanti di calendario o di infortuni.

E’ partito il linciaggio a Simone Inzaghi, e fa davvero sorridere: un mese e mezzo fa si sosteneva l’assurdità che questa fosse l’Inter più bella di sempre; adesso si sostiene l’altrettanta assurdità che Inzaghino abbia rovinato tutto, non sappia giocare, sbagli i cambi, sia in balia degli eventi.

Tutto ridicolo: l’Inter nel complesso generale rimane ancora quella che ha giocato meglio in questa stagione, e adesso è ovvio che il problema sia di fiducia e autostima. A ottobre Simoncino è riuscito a massaggiare la psiche, adesso non ci sta riuscendo. E certo è ovvio che sia lui il responsabile come lo era quando le cose andavano bene, ma trattarlo da inadatto adesso adducendo delle accuse tattiche che erano esattamente i suoi punti a favore un mese e mezzo fa, è la dimostrazione come la critica di media e tifosi sia davvero pressappochista, e basata su equazioni automatiche che invece nel calcio non esistono proprio.

Chi vi parla il 4 febbraio - con l’Inter almeno a +4 sul resto del mondo - aveva pronosticato che al 21 marzo ci saremmo trovati con l’Inter scalata da prima a seconda/terza. Non perché io sia frate indovino, ma per vari fattori: non solo calendario e infortuni, ma anche perché l’Inter avrebbe conosciuto prima o poi una flessione nel gioco. E l’Inter aveva un problema a inizio febbraio: pur essendo prima, aveva raccolto meno punti di quanto meritasse. Sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe giocato peggio, perché arriva per tutti in una stagione: è arrivato, e sulla bilancia pesano proprio quei circa 7 punti meritati ma lasciati per strada nel girone d’andata, perché l’Inter è l’unica delle squadre di testa che punta per prima cosa sulla produzione del gioco, dunque non poteva sperare di accumulare punti pur non meritando.

Pensateci bene: l’Inter non ha raccolto una vittoria che fosse una che non fosse stata meritata; non lo stesso è capitato a Milan e Napoli, che in autunno almeno 3 volte erano riuscite a prendere l’intero bottino senza essere stati i migliori in campo.

Inutile parlare di fortuna o sfortuna: certo ci si può appellare alle polveri bagnate in vari frangenti, ma non è per quello.

L’Inter basa il suo concetto di produzione sul gioco. Prima il gioco, da lì il resto.

Il Napoli basa il suo concetto di produzione sull’equilibrio. Prima l’equilibrio, da lì il resto.

Il Milan basa il suo concetto di produzione sulla mentalità. Prima viene l’unità di squadra, da lì il resto.

Ovviamente tutte hanno una miscela dei tre fattori, ma quella è la loro fonte primaria.

Non c’è meglio o peggio, non c’è giusto o sbagliato. Sono tre caratteristiche diverse. A seconda delle situazioni, una cosa può rendere più dell’altra.

Ma nella fattispecie dell’Inter, la kryptonite è riuscire a raccogliere sempre l’equivalente di quanto prodotto: perché sai che differentemente, non potrai contare sull’equilibrio del Napoli che ti tiene a galla, o sugli strappi del Milan dovuti alla forza di volontà che ti fanno ribaltare situazioni in cui potresti demoralizzarti.

Quando il motore dell’Inter girava al massimo a inizio febbraio, e quando quelli di Milan e Napoli avevano già conosciuto la fase di ingrippamento, il vantaggio dei nerazzurri era stato solo di 4 punti. Quindi Milan e Napoli avevano limitato l’emorragia di punti e il gap in termini di gioco dai nerazzurri a solo -4, nel loro momento peggiore e in quello migliore dell'Inter. Doveva essere l’allarme per l’Inter. Perché i giri dei nerazzurri si sarebbero abbassati, quelli di Milan e Napoli alzati.

E questo è esattamente quello che è accaduto.

E adesso? E’ finita per l’Inter?

Non proprio, anche se a questo punto lo scudetto lo può davvero solo perdere il Milan.

Non perché il Milan sia quello che gioca meglio ma sicuramente perché è in completa fiducia, come addirittura mai era stato in tutta la stagione. E perché oltre al vantaggio di punti ha sicuramente un calendario migliore.

Ma non è finita per l’Inter: ha l’obbligo a questo punto di vincere in casa della Juventus - un obbligo quasi esiziale a dire il vero. Ma deve arrivare a quella partita essendo consapevole che la testa deve fare un salto di determinazione e cattiveria.

Questo è il compito che ha adesso Simone Inzaghi. Che finora sta facendo una buona stagione, ma anche lui deve capire che il miglioramento non è prorogabile.