ESCLUSIVA - Collovati: "Barella capitano, ma protesti meno. Skriniar? Interisti intelligenti"

ESCLUSIVA - Collovati: "Barella capitano, ma protesti meno. Skriniar? Interisti intelligenti"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
venerdì 3 febbraio 2023, 20:05Esclusive
di Daniele Najjar

Si avvicina la notte del derby di Milano: domenica alle 20:45 Inter e Milan daranno il via ad una nuova Stracittadina, la seconda in poco più di due settimane, dopo il 3 a 0 di targa nerazzurra maturato nella Supercoppa Italiana a Riyad.  

Che sfida vedremo, questa volta? E che significato ha, vincere un derby ora per le due milanesi, deluse dai rispettivi cammini più o meno altalenanti avuti in questa prima parte di campionato? La redazione de L'Interista ne ha parlato con un doppio ex della sfida, Fulvio Collovati.

L'ultima volta è finita 3 a 0: sarà un derby diverso, stavolta?

"Quel risultato ha lasciato un segno, sul Milan. Che sarà più attento, sapendo di arrivare ad un derby dove non parte favorito, per il momento delle due squadre. L'Inter ha tutti i giocatori a disposizione, ha ritrovato una certa compattezza difensiva, insomma: sta bene, è in salute. Il Milan no e lo sa".

Lei vede l'Inter partire avanti, dunque?

"Sì, ma poi sai: il derby è il derby. I rossoneri dovranno fare attenzione, soprattutto per i tanti gol che stanno concedendo ultimamente. Ne ha subiti 12 nelle ultime 3: un'enormità. L'Inter, per contro, pur arrivando meglio al match, non dovrà correre il rischio di avere presunzione in partenza, perché queste cose si pagano  sempre". 

Quale sarà la chiave del match?

"Banalmente la sfida fra attacchi e difese. Lautaro è in grande forma, così come Dzeko. Scalpita Lukaku, che a fatica sta ritrovando la forma. Insomma, c'è poco da cercare chissà quale chiave. Forse, attacchi a parte, saranno da tenere d'occhio i duelli sugli esterni, che saranno i più interessanti della sfida".

Come mai l'Inter è stata così altalenante nel rendimento, fino ad ora?

"Sta facendo quello che ha fatto anche l'anno scorso. Dove non ha perso lo Scudetto per la sconfitta di Bologna, ma per aver fatto 7 punti in 7 partite: non è da Inter. Questa squadra è così: non riesce a fare quel passo in più, a reagire. Caratterialmente forse manca qualcosa e da questo punto probabilmente l'allenatore può dare qualcosa in più. Senza voler dare colpe ad Inzaghi".

Lautaro si sta calando nella parte del leader, nelle ultime uscite anche con la fascia di capitano al braccio.

"Lautaro è diventato Campione del Mondo pur perdendo il posto in squadra. Ma alzare quel trofeo, lo dico per esperienza, ti lascia tanto. A lui ha dato più personalità, si sente più protagonista. Anche quando non segna: contro l'Atalanta è stato suo l'assist per la rete di Darmian".

Via Skriniar, chi vedrebbe bene come capitano, al di là del numero di presenze?

"Barella, se solo protestasse un po' meno. Il capitano è leader in tutto e per tutto, ma in tanti modi. Anche parlando meno, vedi Scirea. A lui bastava uno sguardo per farsi capire, un gesto, non serve sempre essere plateali".

A proposito di Skriniar: che accoglienza si aspetta da San Siro al suo rientro in campo?

"I tifosi dell'Inter hanno dimostrato grande intelligenza in questa vicenda. Uno striscione, non offensivo, stop. Il calcio va in questa direzione, d'altronde. Non siamo più nel calcio di 50 anni fa: già domenica mi aspetto che sia titolare, io lo farei giocare, almeno. Non è  che debba per forza esserci una frattura insanabile che lo costringa a stare fuori 5 mesi: è un professionista e saprà dare il suo contributo fino alla fine".

Siamo in mezzo a mille indagini e sentenze. Indipendentemente dai verdetti finali, come ne esce il calcio italiano da questa situazione?

"Il problema non è tanto l'immagine che ne esce, ma  il fatto che nessuno sia intervenuto prima. Mi chiedo: chi è che deve vigilare, perché queste cose non accadano? Non è che bisogna aspettare sempre 15 anni e poi scandalizzarsi: delle plusvalenze si sapeva che esistevano, come mai non sono stati fatti accertamenti prima? Piuttosto sa cosa dovremmo fare?".

Cosa?

"Il calcio italiano è malato. Infatti i grandi giocatori scelgono altri Paesi. Da noi arrivano i giovani in rampa di lancio od i giocatori a fine carriera. E' il momento, da tanto tempo in realtà, di puntare sui nostri prodotti, fortemente. Valorizzare i nostri giovani in questo momento di grande difficoltà, con manovre e regole che favoriscano tutto questo. Altrimenti, non se ne esce".