Esclusiva

Mattia, il tifoso rintracciato da Thuram: "La notifica da Tikus, la mia faccia ai Tg: non ci credevo"

Mattia, il tifoso rintracciato da Thuram: "La notifica da Tikus, la mia faccia ai Tg: non ci credevo"TUTTOmercatoWEB.com
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sabato 4 maggio 2024, 19:43News
di Daniele Najjar

Sono stati giorni decisamente particolari quelli vissuti dal tifoso nerazzurro Mattia Iaccio a partire dalla domenica di Inter-Torino, che immaginiamo difficilmente dimenticherà. La storia di lui arrampicato sul semaforo con la maglia di Marcus Thuram "taroccata" e di come poi l'attaccante lo abbia rintracciato sui social ha fatto il giro d'Italia, una sorta di ciliegina sulla torta dopo lo Scudetto vinto dalla sua squadra del cuore.

In esclusiva per la redazione de L'Interista, Mattia ha raccontato le ore vissute in seguito alla festa Tricolore vissuta da protagonista.

Già durante i festeggiamenti Thuram si era accorto di te?

"Si, durante i festeggiamenti ho proprio capito che sarebbe successo qualcosa perché al momento del passaggio del pullman Tikus di fronte ha me ha tirato fuori il telefono per farmi un video. Poi quando ha scoperto chi fossi lo ha pubblicato nelle sue stories di Instagram, taggandomi".

Come hai reagito quando ti sei accorto che stava nascendo quel tam-tam mediatico? 

"Ho detto: "Non ci credo, ma cosa sta succedendo qua?". Allora ho commentato il post di Tikus scrivendo: "Sono io", dicendo ai miei amici vicino a me di commentare a loro volta. Ho aperto il profilo (che era in modalità "privato") per poter far vedere la foto che mi aveva fatto un amico e dimostrare che ero proprio io il ragazzo sul semaforo".

E poi?

"In un tempo pari a zero tutti hanno iniziato a taggarmi sotto il post di Thuram, a quel punto ho pensato: "Vedremo domani che succederà", visto che era circa mezzanotte".

Una notte particolare...

"Il giorno successivo ecco partire un boom devastante di notizie, servizi al Tg. E nel pomeriggio sono stato contattato dal Tikus".

Cosa vi siete detti quando vi siete incontrati? Gli hai strappato qualche promessa per il prossimo anno?

"Mi ha dato la mano, un abbraccio e poi mi ha dato la maglia, io gli ho dato il pennarello per l'autografo e poi abbiamo fatto una foto. Sono riuscito a fargli far firmare un’altra maglia che mi aveva dato un bimbo, che mi aveva riconosciuto fuori dal centro d'allenamento dell'Inter. Non ci siamo detti altro perché chiaramente poteva rimanere lì poco tempo".