BAR ZILLO - Inter-Roma l'anno prossimo sarà uno spettacolo da non perdere

BAR ZILLO - Inter-Roma l'anno prossimo sarà uno spettacolo da non perdereTUTTOmercatoWEB.com
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lunedì 10 maggio 2021, 22:00Bar Zillo
di Gabriele Borzillo

Domani sera si gioca, ultimo turno infrasettimanale di un campionato infinito. A prima vista potrebbe sembrare una partita come le altre, Inter-Roma si perde nell’anteguerra, nella storia di Falcao, nello scudetto di Bersellini, nelle infinite sfide di una decina di anni fa. Questo Inter-Roma ha un sapore diverso, come un antipasto gustoso di un pranzo che già saprai essere eccelso. È una non sfida tra chi si è appena laureato campione d’Italia, ripetiamolo quotidianamente con il sorriso beota di chi ha appena ricevuto un regalo inatteso, e chi, malvisto dalla maggioranza del tifo giallorosso da quanto mi raccontano, non sono a Roma quindi relata refero, ha pronte le valigie per una nuova avventura. Che poi, parliamoci chiaro, ma cosa poteva fare Fonseca più di quel che ha fatto? Infortuni a catena, Covid, diatribe societarie (noi siamo gli espertoni ma non è che gli altri stiano tutti nel paese della felicità), liti nello spogliatoio: una sequenza di sfighe che neanche le dieci piaghe d’Egitto a momenti. In più attacchi gratuiti al Fonseca allenatore: può anche non piacere, a me non dispiace ma, gli va riconosciuto, ha lottato come un leone per la sua squadra. Forse troppo signore, troppo gentiluomo in un mondo di squali.

Saluterà, dicevamo: perché arriva lui, aprepianolaportapoisibuttasulletto cantava l’immensa Mina, arriva Josè da Setubal, che comunque sia non può restare indifferente al tifoso nerazzurro. Josè contro Antonio, Antonio contro Josè, un duello di qualche anno fa in Premier: allora rusticano, con intervento provvidenziale del quarto uomo sul campo e addirittura, raccontano i bene informati, degli steward nel tunnel. Poi una pace per i flash dei fotografi, per il quieto vivere: ma, sotto sotto, i due si sono da sempre amabilmente detestati. Forse perché, a ben vedere, non differiscono molto l’uno dall’altro: entrambi fautori del lavoro, inossidabili, poco conformisti, schietti con i loro ragazzi. Ecco, in questo Antonio funziona meglio di Josè, ultimamente fuori contesto dal proprio modo di essere, credo colpa di scelte non in linea col suo intendere calcio. Poi Josè, qui prevale decisamente, conosce a perfezione l’arte del comunicare: il non sono pirla resta immortale, resterà immortale nella storia del calcio. Antonio, al contrario è ruspante, non si tiene niente, esplode ma senza l’aplomb del collega-nemico: Monaco? Io conosco monaco de tibete, gran premio di Monaco è una perla rara in un mondo pieno di parole in disordine, attacchi violenti, demonizzazione dell’avversario. E le manette, la famosa prostituzione intellettuale. Questo è Mou. Inter-Roma, la prossima stagione, sarà uno spettacolo da non perdere: in campo, certo, ma soprattutto fuori.