L'Inter è di gran lunga la più forte e frantuma record con la stessa velocità con cui spappola fegati

L'Inter è di gran lunga la più forte e frantuma record con la stessa velocità con cui spappola fegatiTUTTOmercatoWEB.com
martedì 9 aprile 2024, 21:00Editoriale
di Gian Luca Rossi

L’Inter ha vinto anche a Udine, in rimonta e di misura ed è sempre più vicina al traguardo doppiostellato. Si sente in lontananza, dai 14 ai 20 punti in classifica, un fragore di fegati che esplodono, sempre più spesso seguito da un lungo e rassegnato silenzio. Stavolta i rivali qualche speranzella l’avevano avuta, perché i nerazzurri erano andati al riposo sotto di un gol, puniti in finale di primo tempo da un vero e proprio gollonzo, complice una deviazione di Carlos Augusto, di quel Samardžić, a lungo cercato in estate e poi rimasto a Udine a causa di una gestione non propriamente lineare da parte del padre procuratore, che nel corso dei mesi ha finito per bruciargli nell’ordine anche Juventus, Lazio e Napoli. Nella ripresa però il pareggio di Çalhanoğlu su rigore e il gol-vittoria in extremis di Frattesi ha fatto esplodere il Friuli in stile San Siro. Si, avete capito bene, si giocava in trasferta, ma il boato dei tantissimi interisti presenti mi ha ricordato quelli di San Siro. 

Onore all’Udinese che ha tenuto botta fino all’ultimo, ma l’Inter, al di là delle solite occasioni sprecate e delle grandi parate di Okoye, ha dominato in lungo e in largo la gara, mentre i friulani hanno badato giustamente solo a difendersi, se si eccettua un unico contropiede sventato da Mkhitaryan. Si dice che l’Inter sia in calo, ma io onestamente il calo non l’ho proprio visto, con un possesso palla complessivo intorno all’80%.

Dico piuttosto che tra le tante doti, l’Inter di Simone Inzaghi ha confermato a Udine quella del carattere, perché andare a riprendere con rabbia una partita che se anche si fosse chiusa in pareggio non avrebbe cambiato la storia di questo Campionato è tanta roba. Non accadeva dal 10 febbraio scorso di andare al riposo in svantaggio, a Roma contro i giallorossi, ma poi nella ripresa finì 4-2 per l’Inter e sulla carta l’avversario era ben più attrezzato della volonterosa Udinese. 

Insomma, il percorso dei nerazzurri si conferma clamorosamente imperioso da qualsiasi prospettiva lo si voglia guardare con 26 partite vinte su 31. E’ vero che Thuram e Lautaro da qualche tempo sembrano avere le polveri bagnate, ma intanto segnano tutti gli altri, con Çalhanoğlu che si conferma infallibile dagli undici metri e Frattesi sempre più aggiustatore in corsa di partite complicate. In difesa i numeri sono ormai da record europeo: anche se a Udine non è arrivato il 20°, l'Inter quest'anno sta facendo collezione di clean sheet e per stabilire anche questo record ne servono altri 3 per raggiungere quota 22 nelle restanti 7 partite. Si può fare.

Non a caso l’Inter ha anche la migliore difesa d’Europa con appena 15 reti al passivo. Il Psv, che nella Eredivisie olandese aveva guidato a lungo questa speciale classifica, adesso ha subito più gol dell’Inter (17 in 29 gare), così come il Bayer Leverkusen (19 in 28 gare) che comanda la Bundesliga ancora imbattuto. Ora la squadra di Inzaghi potrebbe eguagliare o anche battere il primato del minor numero di gol subiti a fine stagione: il record appartiene alla Juventus (20 gol) che lo ha stabilito nel 2011-12 e nel 2015-16.

Poi ci sono i numeri dell’attacco con 75 gol fatti, 15 più del Milan e 30 più della Juventus e, raccolto proprio a Udine, il record assoluto di giornate segnando almeno un gol: 31, altro primato assoluto strappato alla Juventus, che si era fermata a 30. Eppure ad ogni successo dell’Inter c’è il festival dei rosiconi, quelli incapaci di accettare il verdetto elementare del campo. L’Inter è di gran lunga la più forte e frantuma record con la stessa velocità con cui spappola fegati. Il traguardo, con il conseguente redde rationem, è sempre più vicino!