Anno 2021 - Conte saluta l'Inter: l'addio improvviso a missione compiuta

Anno 2021 - Conte saluta l'Inter: l'addio improvviso a missione compiutaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
sabato 1 gennaio 2022, 15:30Primo piano
di Mattia Albertella

“L’Inter è Campione d’Italia dopo dieci anni”. Chissà cosa avrà pensato Antonio Conte quando ha realizzato che queste parole erano diventate realtà. Proprio lui, l’uomo che aveva riportato in alto la Juventus, aveva accettato e preso per mano l’Inter per condurla nella medesima direzione: riportarla lassù, davanti a tutti. Un’impresa non semplice con la sua ex squadra ancora non sazia nonostante i molti successi e con una serie a molto competitiva. Ma la missione di Conte era chiara fin dal suo primo giorno alla Pinetina. Una missione portata a termine: l’Inter è tornata a vincere lo scudetto.

La cavalcata vincente

Non è stato certo un percorso semplice. Un avvio non semplice, con un Milan lanciato in vetta soprattutto dopo il derby d’andata. Ma già dal novembre 2020, dalla partita svolta contro il Sassuolo, s’intuì che il 2020/21 sarebbe stato a tinte nerazzurre. La stagione stratosferica di Lukaku, la crescita esponenziale di Lautaro e Barella, la solidità difensiva e l’inserimento nei meccanismi del direttore Eriksen avevano consegnato a Conte una macchina perfetta. E una volta inserito il pilota automatico, nel girone di ritorno nessuno è più riuscito a fermare l’Inter. Numeri impressionanti e uno scudetto conquistato “dal divano”: pareggio dell’Atalanta, l’ultima antagonista, a Sassuolo e Milano si può colorare di nerazzurro. Tutto questo grazie anche a Conte.

L’addio improvviso

Nemmeno il tempo di festeggiare, però, che il primo fulmine di un’estate burrascosa si abbatte sui nerazzurri. Il 26 maggio, a scudetto appena conquistato, Antonio Conte lascia l’Inter. Diverse le motivazioni che hanno allontanato il tecnico, dopo il faccia a faccia con la proprietà, con un’amore mai sbocciato completamente. Conte si era sentito troppe volte lasciato solo dal club, a fungere da parafulmine di altri problemi. Ma non solo. Erano troppi i dubbi legati alla crescita della rosa: la squadra sarebbe stata indebolita o rafforzata? Le cessioni eccellenti all’orizzonte non rappresentavano un quadro rassicurante per il tecnico, voglioso di migliorarsi ancora. Le strade quindi, a successo appena festeggiato, si separarono. Ma forse meglio così: la missione era stata compiuta e Conte, nel bene o nel male, verrà sempre ricordato come colui che ha riportato lo scudetto a Milano.